LE MUTILAZIONI FEMMINILE COME UN FENOMENO SOCIALE

LE MUTILAZIONI FEMMINILE COME UN FENOMENO SOCIALE


L’OMS individua quattro tipi delle mutilazioni degli organi genitali femminili, che sono:
I)la circoncisione o la clitoridectomia;
II)la recisione o l’escissione;
III)l’infibulazione, che è la forma più grave di MGF;
IV)e altre pratiche, ovvero qualsiasi procedura che rientra nella definizione di MFG.
La classificazione delle pratiche di MGF offre una descrizione tecnica dei tipi di pratiche, che possono essere svolte secondo

la quantità di tessuto che viene asportata. Le MGF rappresentano quindi uno di quei riti che caratterizzano i cambiamenti di status, di ruolo o di età delle persone e i vari momenti del ciclo della vita con lo scopo di “perfezionare” la femminilità e l’appartenenza alla comunità.
In alcuni casi la mutilazione può avere una funzione di identificazione stabilendo l’appartenenza ad un determinato gruppo sociale, quindi costituisce un modo per essere accettati dalla società e la donna non sottoposta a questo rito rischia di essere esclusa dalla comunità.
Tali valori e credenze che accompagnano tali pratiche di MGF sono il risultato di una pressione tradizionale e continua della famiglia e   della comunità sui giovani.
Le motivazioni per le quali le MGF vengono praticate sono numerose, varie e complesse e sicuramente legate alla situazione storica ed ideologica delle comunità in cui sono diffuse.
Si possono individuare alcuni di questi motivi: la tradizione è una delle motivazioni più comuni per giustificare una pratica di MGF.
Per molte persone, la MGF è una fase normale della vita di una donna, che fa parte del vissuto di tutte le donne. E’ un passo atteso e già conosciuto dello sviluppo di una ragazza verso l’età matura. La pratica poi può essere associata con celebrazioni tradizionali per l’ingresso nel pieno della femminilità, spesso accompagnate da regali e festeggiamenti solenni. Tale tradizione è sostenuta dalla pressione sociale che tiene coesa una comunità. Altra motivazione è il rafforzamento all’appartenenza ad una determinata società; ed ancora convinzioni religiose.
Sotto questo profilo va sottolineato, da una parte, che le mutilazioni femminili sono diffuse  fra musulmani, fra cristiani protestanti, cattolici, ebrei, e animisti; e dall’altra, che nessuna religione le impone esplicitamente ritenendo perciò, che il collegamento fra il credo religioso e l’obbligo di praticare la MGF scaturisca da una serie di fattori che si sono intersecati nella storia, quali gli insegnamenti non esatti e la compressione errata dei testi religiosi.
Altre motivazioni sono quelle di purificazione della sessualità femminile, o credenze sull’igiene, sull’estetica e sulla salute femminile, perché in alcune comunità che praticano le MGF si ritiene che i genitali femminili esterni siano “sporchi”. In altre poi, si è diffusa la convinzione che il contatto del clitoride con la testa del neonato possa provocare la morte. Oltre alle motivazioni estetiche, si ricorre anche ad una spiegazione funzionale, la pratica sarebbe indispensabile per favorire l’accoppiamento. E’ significativo che gli argomenti di estetica e di funzionalità risultino spesso collegati, ciò sembra indicare una concezione dell’estetica secondo cui le cose ritenute belle sono anche quelle che funzionano bene.