LE MUTILAZIONI FEMMINILE COME UN FENOMENO SOCIALE
la quantità di tessuto che viene asportata. Le MGF rappresentano quindi uno di quei riti che caratterizzano i cambiamenti di status, di ruolo o di età delle persone e i vari momenti del ciclo della vita con lo scopo di “perfezionare” la femminilità e l’appartenenza alla comunità.
I)la circoncisione o la clitoridectomia;
II)la recisione o l’escissione;
III)l’infibulazione, che è la forma più
grave di MGF;
La classificazione delle pratiche di MGF
offre una descrizione tecnica dei tipi di pratiche, che possono essere svolte secondo
la quantità di tessuto che viene asportata. Le MGF rappresentano quindi uno di quei riti che caratterizzano i cambiamenti di status, di ruolo o di età delle persone e i vari momenti del ciclo della vita con lo scopo di “perfezionare” la femminilità e l’appartenenza alla comunità.
In alcuni casi la
mutilazione può avere una funzione di identificazione stabilendo l’appartenenza
ad un determinato gruppo sociale, quindi costituisce un modo per essere
accettati dalla società e la donna non sottoposta a questo rito rischia di
essere esclusa dalla comunità.
Tali valori e credenze
che accompagnano tali pratiche di MGF sono il risultato di una pressione
tradizionale e continua della famiglia e della comunità sui giovani.
Le motivazioni per le
quali le MGF vengono praticate sono numerose, varie e complesse e sicuramente
legate alla situazione storica ed ideologica delle comunità in cui sono
diffuse.
Si possono individuare
alcuni di questi motivi: la tradizione è una delle motivazioni più comuni per giustificare
una pratica di MGF.
Per molte persone, la MGF è una fase normale della
vita di una donna, che fa parte del vissuto di tutte le donne. E’ un passo
atteso e già conosciuto dello sviluppo di una ragazza verso l’età matura. La
pratica poi può essere associata con celebrazioni tradizionali per l’ingresso nel
pieno della femminilità, spesso accompagnate da regali e festeggiamenti
solenni. Tale tradizione è sostenuta dalla pressione sociale che tiene coesa
una comunità. Altra motivazione è il rafforzamento all’appartenenza ad una determinata
società; ed ancora convinzioni religiose.
Sotto questo profilo va
sottolineato, da una parte, che le mutilazioni femminili sono diffuse fra musulmani, fra cristiani protestanti, cattolici,
ebrei, e animisti; e dall’altra, che nessuna religione le impone esplicitamente
ritenendo perciò, che il collegamento fra il credo religioso e l’obbligo di
praticare la MGF
scaturisca da una serie di fattori che si sono intersecati nella storia, quali
gli insegnamenti non esatti e la compressione errata dei testi religiosi.
Altre motivazioni sono
quelle di purificazione della sessualità femminile, o credenze sull’igiene, sull’estetica
e sulla salute femminile, perché in alcune comunità che praticano le MGF si
ritiene che i genitali femminili esterni siano “sporchi”. In altre poi, si è
diffusa la convinzione che il contatto del clitoride con la testa del neonato possa
provocare la morte. Oltre alle motivazioni estetiche, si ricorre anche ad una
spiegazione funzionale, la pratica sarebbe indispensabile per favorire
l’accoppiamento. E’ significativo che gli argomenti di estetica e di
funzionalità risultino spesso collegati, ciò sembra indicare una concezione
dell’estetica secondo cui le cose ritenute belle sono anche quelle che funzionano
bene.