I SOGGETTI DELL’ART. 583-BIS C.P
Per
quanto riguarda i soggetti coinvolti nel reato di mutilazione genitale
femminile, il soggetto passivo è la donna.
Può
trattarsi di donna adulta, maggiorenne, ma anche di una minorenne. L’età nelle
quali le persone di sesso femminile sono sottoposte a MGF varia all’interno
delle diverse comunità; come sappiamo, in alcune di esse la MGF viene vista
come un rito di passaggio per diventare donna, attraverso il
quale l’individuo definisce la propria identità, nonché il proprio ruolo sociale rispetto al gruppo d’origine.
quale l’individuo definisce la propria identità, nonché il proprio ruolo sociale rispetto al gruppo d’origine.
E’
chiaro che per questi paesi la MGF è un rito importante e le pratiche delle
quali non si limita solo alle maggiorenne, ma anche alle fanciulle di otto o nove
anni e addirittura in alcuni paesi si opera anche sulle bambine di pochi
giorni. Come premesso,l’età delle femmine sottoposte a questi interventi è
molto basso e qualora la mutilazione si pratichi nei confronti di minori, si considera
come una circostanza aggravante e quindi la pena e più grave.
Per
quanto riguarda il soggetto attivo la norma lo individua, attraverso il termine
generico “ chiunque”,
quindi la norma punisce chiunque ma l’interprete deve considerare anche
“l’assenza di esigenze terapeutiche “ elemento, che limita l’aria di
applicazione del termine generale “chiunque“.
Il
soggetto attivo infatti, solitamente non agisce allo scopo di menomare le funzioni
sessuali della vittima, ma per contribuire a preparare la giovane o la fanciulla
al suo ruolo di donna, madre, moglie spinto quindi da motivazioni
socio-culturali ovviamente connesse a convinzioni soggettive.
E’ chiaro che siamo in presenza di un
reato comune, cioè un reato che può essere realizzato da qualunque soggetto. Significa,
che l’attenzio-ne non è rivolta solo agli operatori sanitari, ma anche e soprattutto
a coloro che effettuano la pratica delle
mutilazioni “artigianalmente”.
Non si esclude applicazione dell’art. 110 c.p. (concorso di
reato), riferito alle altre persone che abbiano contribuito alla realizzazione
della pratica mutilatoria, attraverso tutte le possibile forme di
partecipazione morale o materiale,( come il classico caso di un genitore che consenta
a che vengono praticate le MGF nelle loro figlie).